Una storia finita, un’amicizia deludente, un colloquio di lavoro umiliante. In tutti quei momenti in cui ti senti strapazzato come i panni in lavatrice, in cui l’autostima si raccatta in terra con il cucchiaino a salvarti è la “base sicura” teorizzata da John Bowlby, medico psicanalista britannico. In sostanza: l’amor proprio, il rispetto di sé nascono e si fortificano quando siamo bambini grazie a genitori – ma soprattutto grazie a mammà – autorevoli e non autoritari, capaci di dare affetto e di dire “no”, coerenti e sicuri, che proteggono e sanno lasciare liberi i figli quando è il caso. Ebbene quando c’è, la base resta per sempre. E quando da adulti cominciamo a collezionare piccoli e grandi delusioni, chi ne è dotato la fa scattare – più o meno consapevolmente – alla bisogna e gli anticorpi anti-fattiavantiecalpestami entrano in circolo. Interroghiamoci su quante volte questi anticorpi ci hanno salvato e su come un amante egoista, un amico infedele, un datore di lavoro arrogante ci avrebbero “massacrato” se la base non fosse stata “sicura”.
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