Lo sapeva bene Mafalda de “Le ragazze di San Frediano” che, per punire e magari riavere (tutto per sé) il rubacuori-maschio-sfruttatore Bob, finge di fregarsene, si fa vedere in giro a sfarfallare con altri ragazzi, lascia intendere a Bob e a tutto il quartiere che se la spassa con loro. Reazione di Bob, puntuale come il riflesso condizionato di un topolino-cavia: rabbia, gelosia, turbamento perché il sospetto che Mafalda non sia più (o solo) sua gli fa arrovellare il fegato. Come va a finire? Bob e Mafalda vissero felici e contenti.
Non va sempre a finire così, ma la morale della favola è che per toccare sul vivo il maschio senz’anima non servono le sottigliezze filosofiche, ma le maniere forti. Insomma conoscilo e se non lo puoi evitare, almeno torturalo. Un monito ai maschi in ascolto da Medea - conoscete l’eroina tragica di Euripide? -: le donne hanno paura di tutto, temono la violenza e le armi, ma se l’offesa le colpisce nel talamo, non c’è cuore al mondo più sanguinario.
Attenti a voi!
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